7. bis 14. 12. 2019 am Landesgymnasium

Schüleraustausch mit Italien

Liceo Torricelli-Ballardini, Faenza

Mit unseren Austauschpartnern hatten wir bereits seit einigen Monaten Kontakt, aber das hatte unsere Neugier nicht gemindert. Am Tag der Ankunft hatten wir ein typisch deutsches Menü für sie zubereitet. Natürlich durften Käsespätzle und heiße Himbeeren mit Vanilleeis nicht fehlen. Am Anreiseabend genossen wir also ein schwäbisches Abendessen und lernten dabei unsere Austauschpartner besser kennen. Müde wie wir waren, entschlossen wir. an dem Abend früh ins Bett zu gehen. Wir hatten eine Woche mit einem vollen Programm vor uns: Am Sonntag ging es los mit einem Ausflug nach Stuttgart, bei dem sowohl die italienischen als auch die deutschen Schüler und Lehrer den Christkindlmarkt bewundern konnten. Der Tag ging weiter mit einer Runde Eislaufen auf dem Stuttgarter Schlossplatz und dem Besuch des Tanzkurses am LGH, als Vorgeschmack auf den Weihnachtsball unserer Schule. Es wurde auch ein zweiter Tanzkurs organisiert, um allen an dem Austausch Beteiligten, die Möglichkeit zu geben, ihre Tanzfähigkeiten zu verbessern und einander besser kennenzulernen. Am Montag nahmen die italienischen Gäste an unseren Unterrichtsstunden und auch an den Addita teil. In der zweiten Doppelstunde gab es einen von unserem Schulleiter organisierten Empfang, der den Gästen die Möglichkeit gab, alle eventuellen Fragen zu stellen. Um die Deutschkenntnisse der italienischen Gäste zu verbessern, fand am Dienstag-, Mittwoch- und Donnerstagvormittag ein Deutsch Crashkurs, der von Herr Dr. Lukas Schachner organisiert wurde, statt. Um die Italienischkenntnisse der deutschen Schüler ebenfalls zu verbessern, haben die italienischen Lehrerinnen eine gemeinsame Unterrichtseinheit mit interkulturellen Themen gestaltet. Um nicht nur die Schule, sondern auch die Stadt Schwäbisch Gmünd besser kennen zu lernen, gab es eine Führung an der der Stadtmauer und den Türmen, die am nächsten Morgen durch eine Führung durch Münster, Johanniskirche und der Besteigung des Turms vollendet wurde. Dadurch lernten wir auch unsere eigene Stadt besser kennen, denn viele von den deutschen Schülern waren auch zum ersten Mal auf dem Gmünder Turm. Ein Highlight der Woche war auch der Empfang durch die Stadtverwaltung. Dabei wurden die Gäste nochmal herzlich begrüßt und man äußerte großes Lob für die Fortführung des Austausches, der bereits zum zweiten Mal stattfindet. Ein anderes Highlight der Woche war der jährliche Weihnachtsball. Dabei haben wir uns gemeinsam mit unseren Austauschschülern fertig gemacht und zogen dann elegant gekleidet zur Mensa. Dort wurden Fotos gemacht, wurde gegessen, getanzt und geredet. Der Ball wurde von allen als sehr schön empfunden. Am Freitag gab es einen Ausflug auf den Heidelberger Christkindlmarkt und ein Besuch der berühmten Universitätsstadt. Am Samstag fand das Weihnachtskonzert und der feierliche Jahresabschluss in der Aula des Landesgymnasiums statt. Das konnten die italienischen Schüler jedoch nicht mehr miterleben, da sie bereits in den frühen Morgenstunden nach Faenza zurück losgefahren sind. Am Ende waren wir alle traurig, dass die Woche vorüber ist, und wir uns verabschieden mussten. Dafür war die Vorfreude auf das baldige Wiedersehen in Faenza umso größer. Es war ein sehr schöner und erfolgreicher Austausch durch die neue Freundschaften geknüpft wurden. Wir erwarten gespannt unsere Reise nach Faenza und hoffen, dass diese Freundschaften fortbestehen werden, genauso wie die Partnerschaft der deutschen Stadt Schwäbisch Gmünd mit der italienischen Stadt Faenza. Wir bedanken wir uns herzlich bei den beiden deutschen Organisatoren, Herrn Dr. Lukas A. Schachner und Herrn Thomas M. J. Schäfer und den beteiligten Lehrern aus Italien. Erika Kerbalek, Klasse 11 Und hier der Beitrag der italienischen Schülerin Enrica Esohe Zanzani in italienischer Sprache: Quando ho saputo che il Liceo Classico di Faenza stava organizzando uno scambio culturale con una scuola tedesca ho subito pensato che fosse un’occasione da non perdere. La presenza nell’efficiente e moderna Germania di una scuola con caratteristiche relativamente vicine a quelle del Liceo Classico che da molti, anche in italia, è considerato ormai un modello piuttosto arcaico, mi incuriosiva e mi attraeva e mi faceva sentire più vicina ai miei coetanei del Nord Europa. Il primo contatto che ho avuto è stato telefonico con la mia “compagna” tedesca, una ragazza di due anni più grande di me, che ha scelto lo studio della lingua e della letteratura italiana. Lei è di origine rumena ed ho scoperto che questa scuola attira studenti di tante nazionalità, forse proprio per la specificità della sua impostazione. Non vi sono, infatti, barriere fra primarie, secondarie di 1° grado e superiori, ma tutte le fascie di età fino ai diciotto anni vi sono rappresentate, permettendo così allo studente che eccelle in una disciplina di poter accedere precocemente agli anni successivi per quella specifica materia, continuando tuttavia il percorso ordinario nelle altre. Vi sono poi altre particolarità che mi hanno colpito, non meno rivoluzionarie per il concetto di scuola cui sono abituata e a cui accennerò più sotto. Intanto si avvicina il momento della partenza. E finalmente la mattina del 7 Dicembre saliamo sul treno diretti a Schwäbisch Gmünd. Un lungo viaggio che con la sua lentezza ha marcato maggiormente la distanza fra Italia e Germania. Siamo arrivate in tarda serata. Subito accolte calorosamente dai nostri corrispondenti che ci hanno preparato una cena con i loro piatti tipici; sapori a cui non sono certo abituata e che a volte mi parevano inconsueti, ma l’entusiasmo e la simpatia dei nostri ospiti me li ha fatti gustare come se fossero piatti di casa mia. La cosa però che mi ha colpito di più è stata l’accoglienza dello stesso preside che è venuto di persona a prelevarci in stazione con la sua auto e ci ha portati alla scuola. Questa disponibiità me l’ha fatto molto apprezzare e mi ha aperto una finestra su quello che è il rapporto docenti e discenti nella cultura tedesca. Due giorni dopo il preside ci ha nuovamente incontrati per un colloquio nel suo ufficio. Ci ha chiesto come stava procedendo il nostro soggiorno e ci ha parlato della storia della città, delle abitudini locali e del cibo caratteristico, infatti, ci ha offerto i famosi e saporiti Bretzel! Ma le sorprese non erano finite, e qui debbo fare un passo indietro. Il giorno prima avevamo scoperto che questa scuola, seria e avanzata, ha tra le sue priorità la salvaguadia di tradizioni considerate frivole ed extrascolastiche se non antitetiche alla “SCUOLA” come il ballo. Non inteso come festa di fine anno organizzata dagli studenti per lasciarsi alle spalle lo stress dello studio ed evadere momentaneamente da tutto ciò che lo concerne, ma come parte integrante della formazione di un giovane, ospitata e promossa dalla scuoa stessa con l’impegno e la partecipazione e il sostegno dei docenti, tant’è che lo stesso preside si è preoccupato di domandarci se ci eravamo trovati bene nel corso “full immersion” di balli classici e tradizionali tenuto il giorno prima in preparazione della vera e propria festa da ballo a cui eravamo formalmente invitati ed ha esortato i nostri corrispondenti a darci qualche lezione privata, visto il nostro totale digiuno in questo campo. La qual cosa a me è piaciuta in particolar modo praticando fin da bambina danza classica e moderna. Vorrei parlare ora anche dell’impressione che ho avuto frequentando le lezioni. Ho constatato un approccio fondamentalmente diverso dalla didattica a cui sono abituata. Non so se questo sia dovuto al fatto che la scuola è sperimentale o se questa impostazione sia caratteristica di tutto il paese; sicuramente mi è parso molto interessante il fatto che non solo ogni studente ha una parziale libertà nell’impostare il suo piano di studi, potendo così sceglere l’orientamento che più gli è affine e, in un certo senso, crearsi il suo liceo personale, ma anche la gestione stessa del tempo: le lezoni infatti possono durare anche un’ora e mezzo, permettendo agli insegnanti di esporre con più agio gli argomenti, e sono intervallate da pause di una ventina di minuti che permettono agli studenti un buon recupero di energie mentali da dedicare alla lezione successiva. In questo modo si supera il concetto delle cinque ore di stress interrotte da due brevi intervalli di 10 minuti, che non danno mai la possibilità di ricaricarsi, e si esce dall’antinomia tra vita scolastica e vita extrascolastica, dove, finite le cinque ore, si esce dall’alienazione e si rientra nella normalità. Insomma, mi sembra che questo metodo sia molto meno alienante di quello tradizionale. Il vecchio concetto di netta separazione fra ore di scuola ed ore di “libertà” viene superato, da un lato, con una dilatazione della classica oretta rosicchiata di lezione e, dall’altro, con la diluizione, lungo tutta la giornata, delle stesse lezioni; il che permette un migliore sfruttamento del tempo scolastico, facendolo coincidere, a pieno titolo, con la quotidianità dello studente e rendendo molto leggero il lavoro nelle ore serali. La nostra esperienza comunque non ha riguardato soltanto la vita scolastica, i nostri nuovi amici ci hanno accompagnato per le vie della città mostrandoci la vita reale dei suoi abitanti. Non poteva mancare, essendo Dicembre, la visita ai mercatini di Natale, una tradizione tipica dei paesi nordici con la loro classica atmosfera natalizia: aria fredda e pungente, luci brillanti, soffici maglioni e cappotti, molti sorrisi e profumo di mandorle caramellate!. Il quinto giorno, insieme alle nostre insegnanti, ad alcuni ragazzi tedeschi e al professor Lukas Amadeus Schachner, siamo andati a Stoccarda, dove ho scoperto che le piste di pattinaggio…sono uguali in tutto il mondo: affollate, pattini larghi e scomodi e bambini che ti tagliano la strada e ti investono come se tu non esistessi, a parte questo mi sono divertita e ho fatto progressi nel mio stile di pattinatrice. A Stoccarda abbiamo anche toccato con mano quelli che sono ancora oggi i drammatici effetti della stupidità dell’uomo, la pur bella e moderna cattedrale non è purtroppo più quella che era stata costruita nei secoli passati. Mi rendo conto che se dovessi esporre tutte le emozioni e le sensazioni ma anche le cose nuove che ho visto e imparato in questo, solo apparentemente, breve soggiorno forse potrei scrivere un libro. Perciò, non senza provare la stessa commozione che ho provato il giorno della partenza, mi accomiaterò anche da queste poche righe sperando che siano in grado di far provare anche a chi le legge gli stessi sentimenti che si sono affollati nel mio cuore. Enrica Esohe Zanzani

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